Materiale di consumo.

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Scatole di derivazione

Le scatole di derivazione possono essere del tipo a incasso oppure esterne a parete, usate solitamente per impianti a vista. All’interno delle scatole si effettuano i collegamenti necessari per l’impianto. Bisogna però ricordare un aspetto importante. Una scatola “troppo piena” di cavi non permette una buona dissipazione del calore (effetto Joule) e non consente di lavorare comodamente, quindi è importante deciderne prima la grandezza, valutando la quantità di fili che dovranno occuparla. Per le scatole di derivazione da incasso le dimensioni più usate per i piccoli impianti sono 92 x 92 mm, 116 x 92 mm, 154 x 92 mm, 154 x 128 mm.
Le dimensioni delle scatole di derivazione da parete sono: 80 x 80 mm, 100 x 100 mm, 120 x 80 mm, 150 x 110 mm, 190 x 140 mm, 240 x 190 mm, 300 x 220 mm, 380 x 300 mm. Ci sono poi scatole tonde da 60 e 80 mm di diametro. Nelle scatole forate sono presenti dei gommini che, all’atto del collegamento tubo corrifilo-scatola, possono essere forati per ricavare l’adeguata circonferenza in cui far passare il tubo corrifilo. Nelle scatole di derivazione lisce deve essere applicato un raccordo per tubi corrifilo, che svolge la stessa funzione del gommino.

IL CONSIGLIO

Installate solo materiale elettrico conforme alle normative di buona tecnica. In Italia, l’Ente certificatore che garantisce la rispondenza dei prodotti elettrici alle normative di buona tecnica è l’istituto del Marchio di Qualità – IMQ.

Scatole portafrutto

Le scatole portafrutto servono a contenere prese, interruttori e qualsiasi apparecchio di comando o segnalazione. Possono contenere da uno a sei “frutti”: gli eventuali alloggiamenti non utilizzati possono essere coperti con gli appositi tappi. Nei modelli a parete, ossia quelli usati negli impianti in tubo rigido a vista, è stampato il grado di protezione che esprime il livello d’isolamento.

 

Tubi flessibili in polivinile per impianti sottotraccia

Possono essere di tipo pesante, più resistente allo scioglimento, o leggero, previsti per passare sotto pavimento. I tubi flessibili leggeri possono essere utilizzati sottotraccia a parete o a soffitto.

Tubo rigido corrifilo

Il tubo per impianti elettrici esterni è di colore nero grigio chiaro, lavorato a caldo con un asciugacapelli, può essere modellato, ottenendo curve, sbalzi di livello o svasature. Usando la molla piega-tubi (per diametri di 16, 20, 25 mm) è possibile ottenere le curve e gli sbalzi anche a freddo.

Curva rigida

Si chiama anche curva stampata o giunzione a 90°. La sua funzione è quella di congiungere due tubi rigidi dello stesso diametro posti a 90°. In commercio sono reperibili due tipi di curve, una più economica per uso intorno in locali asciutti e privi di polveri, l’altra un po’ più costosa, da usare all’esterno o in locali umidi. Sono disponibili in diversi diametri: 16 mm, 20 mm, 25 mm, 32 mm, 40 mm, 50 mm.

Manicotto rigido

È chiamato anche “giunzione” o “raccordo tubo tubo”. È formato da un cilindro di dimensioni su­periori a quelle della tubazione e la sua funzione è di congiungere due tubi rigidi dello stesso diametro. In commercio si trovano due tipi di raccor­di: uno più economico per uso interno, in locali asciutti, l’altro più costoso, da utilizzare all’ester­no o in locali umidi. I manicotti sono disponibili nei diametri: 16 mm, 20mm, 25 mm, 32 mm, 40 mm , 50 mm.

Fissatubo

La tubazione passafilo deve essere fissata per mezzo degli appositi sostegni di plastica rigida chiamati “fissatubo”. Ne esistono due tipi: uno è formato da un unico pezzo di plastica semirigida a forma di “C”, con un foro al centro che ne permette il fissaggio a parete tramite i tasselli, é sconsigliato usare questo fissatubo in luoghi in cui è facile urtare la tubazione (ad altezza uomo) e provocare la fuoriuscita del tubo dall’incastro. Il secondo tipo di fissatubo è composto da due anse di plastica a forma di “U” contrapposte. Una ha il foro per il fissaggio a parete, mentre l’altra va posta sopra, a incastro, con il tubo pas­safilo posto in mezzo. Le due strutture possie­dono dei “dentini” opportunamente orientati, e s’incastrano tra loro. Non esiste una distanza mi­nima da tenere tra due fissatubo, ma è buona norma valutare la grandezza della tubazione e considerarne il peso. In ogni caso se il tassello ha una buona tenuta sulla parete o sul soffitto, è possibile tenere una distanza media di 50 cm con qualsiasi diametro di tubo.

I tasselli

I tasselli (chiamati anche “stop” o “Fisher”) sono gli accessori che reggono i pensili della cucina, gli specchi nei bagni, i lampadari al soffitto ecc. In commercio ne sono disponibili moltissimi ti­pi che si differenziano per il materiale, per il diametro, per la forma, ma soprattutto per lo sco­po per il quale sono stati progettati. Alcuni ti­pi si usano sui muri divisori, altri sui soffitti o, in generale, dove si vengono a creare grandi zone vuote lungo le pareti del foro. La vite fa presa avvitandosi sulla parte finale del tassello e, avvitandosi, avvicina i due estremi, obbligandolo ad espandersi nella zona centrale e impedendone la fuoriuscita.
Altri tipi, invece, si usano nei fori su mattoni, su cemento e su tutti i materiali pieni, a meno che non presentino lungo le pareti del foro de gli spazi vuoti. Una volta che avrete alloggiato il tassello, si applica la rispettiva vite, la quale avanzando tende a dilatare il tassello compri­mendolo sulle pareti del foro. Quest’effetto ha inizio nella parte centrale del tassello e si accen­tua a mano a mano che la vite avanza verso la fi ne dello stesso.