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L’alimentazione monofase è costituita da due conduttori (fili): il filo di fase e il filo neutro, con una differenza di potenziale tra loro di 220 V – 230 volt. Oltre ai due fili (fase+ neutro), contrassegnati nei circuiti con le lettere F – N, è sempre previsto per sicurezza il filo di terra (T).
Il sistema trifase è costituito da tre tensioni monofase, sfasate tra loro di 120 gradi, l’impiego del sistema trifase è riservato ad apparecchiature di media e alta potenza. L’alimentazione trifase è costituita da tre fili contrassegnati rispettivamente dalle lettere R – S – T, dove T è il filo di terra (T).

Nb.

  • Tra fase e neutro vi è una differenza di potenziale di 220 – 230 volt.
  • Tra due fasi vi è una differenza di potenziale di 380 – 400 volt.

 

In questo schema sono indicate le differenze di potenza ( le tensioni ) tra un conduttore del sistema trifase e il numero (R – N = 230 volt) e tra due conduttori del trifase ( R – T = 400 volt ).

ll trifase è un sistema di trasmissione dell’energia elettrica, dove l’energia è prodotta da un generatore {trifase) costituito da tre singoli generatori di corrente alternata. Ciascuno di essi produce una tensione di 220 – 230 volt.
La tensione tra una fase e l’altra (tra due conduttori del sistema trifase è invece maggiore ed è pari a 380 – 400 volt La trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica avviene esclusivamente con questo sistema.
Perché allora in casa abbiamo 220 volt? Perché utilizziamo il sistema monofase, siamo cioè col­legati a una sola delle fasi del generatore trifase,, quindi con una tensione di soli 220 volt.

La caduta di tensione

Quando una corrente elettrica I scorre attra­verso una resistenza R, tra l’ingresso é l’usci­ta della resistenza si crea una diminuzione di tensione ovvero una caduta di tensione.
Il calcolo di questa diminuzione, cioè della tensione misurata ai capi della resistenza, si esegue con la Legge di Ohm:

(V) caduta di tensione = R • I

In un impianto elettrico la resistenza R dei ca­vi si può considerare costante. La caduta di tensione può mutare solo al variare della cor­rente assorbita. L’effetto è evidente nel vano scale di alcuni edifici dove, alla partenza della pompa dell’autoclave, si ha un momentaneo abbassamento della luminosità delle lampa­de: un maggior assorbimento di corrente ha prodotto una maggiore caduta di tensione.

La corrente di picco

La corrente di picco è l’intensità di corrente che un circuito assorbe solo per un breve istante (ed è sensibilmente maggiore della normale corrente di lavoro). Questo effetto si verifica in alcuni circuiti nell’istante in cui si dà tensione: per esempio nel momento in cui si accende la TV. Pro­prio per la breve durata del fenomeno, l’intensità della corrente di picco non è misurabile con un normale tester.
Anche quando un motore elettrico si mette in moto ( per esempio quello del­la lavatrice ), per un breve tempo c’è un assorbimento di corrente superiore al normale, che a vol­te è sufficiente a far scattare l’interruttore di protezione accanto al contatore.

Identificazione del filo neutro e della fase

Il sistema di distribuzione dell’energia elettrica nelle nostre abitazioni è quello monofase, con due fili: uno di fase e uno neutro.
Per identificare il filo di fase è sufficiente un cer­cafase. Aprendo una qualsiasi presa di corrente (considera chele prese sono munite di una protezione meccanica che non consen­te l’inserimento d’oggetti al di fuori delle rego­lamentari spine) tocchiamo i due cavi collegati alla spina (quello di terra è al centro e non deve mai rivelare tensione, perché ciò signi­ficherebbe una grave anomalia dell’impianto).
Quando il cercafase s’illumina al contatto con uno dei due conduttori siamo in presenza del fi­lo di fase: la fase, rispetto al filo neutro, ha un potenziale di 220-230 volt, viceversa, il conduttore che, testato, non fa illu­minare il cercafase è il neutro.

Il cortocircuito

Si ha un cortocircuito quando i cavi di fase e quello neutro entrano in contatto tra loro diret­tamente o tramite un conduttore che li colleghi.

L’acqua è un ottimo conduttore, perciò occorre:

  • non avvicinarsi mai a fonti di energia elettri­ca o ad apparecchi elettrici con le mani bagnate;
  • non lavorare con l’elettricità a piedi nudi e su un terreno bagnato;
  • non usare elettrodomestici, come asciugaca­pelli, vicino alla vasca da bagno piena d’acqua.

La corrente sceglie sempre la strada che oppone la minor resistenza elettrica, e quando abbiamo le mani o i piedi bagnati la resistenza del nostro corpo si abbassa moltissimo, proprio perché l’ac­qua è un ottimo conduttore. In questi casi la cor­rente che attraversa il nostro corpo arriva a livelli di intensità tali da provocare ustioni, blocco car­diaco e polmonare e anche il decesso per asfissia.

Il sovraccarico

Si ha un sovraccarico quando un conduttore è percorso da una corrente maggiore di quella ne­cessaria al normale funziona monto dogli utiliz­zatori da esso alimentati. Questa parto di con duttore può surriscaldarsi (effetto Joule) fino a fondersi e provocare incendi o cortocircuiti.