I quadri elettrici.

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Nel nostro Paese, dopo la completa liberalizza· zione del mercato elettrico (1 luglio 2007) esistono numerosi soggetti che al pari di ENEL (storico operatore del settore elettrico nazionale) possono produrre e distribuire energia elettrica.
Esistono due principali sistemi di distribuzione di energia elettrica nelle abitazioni:

  • quello centralizzato;
  • quello decentralizzato.

Nel primo i contatori sono riuniti in un vano condominiale e da ogni contatore partono i fili per l’alimentazione dei singoli alloggi, cui giungono i cavi dalla cosiddetta colonna montante collettiva, costituita per utenze monofasi da due conduttori, di cui uno è detto di “fase”, di colore marrone o ne­ro; l’altro è detto “neutro” ed è di colore blu.
Con il secondo sistema in ogni appartamento viene posto il contatore.
L’impianto domestico fornisce l’energia elettrica agli elettrodomestici, alle apparecchiature elettriche e alle prese che alimentano i dispositivi mobili collegati:

  • radio,
  • rasoio elettrico,
  • lampade .

In genere nelle abitazioni esistono almeno due circuiti: uno per l’illuminazione e uno per gli elettrodomestici.
Nelle abitazioni più grandi vi possono essere anche circuiti riservati per esempio alla cucina, alla caldaia di riscaldamento ecc.
La suddivisione della corrente tra i diversi circuiti è effettuata nel quadro di distribuzione.

I quadri si trovano a valle dell’interruttore, integrato nello stesso contatore di energia, che è posto a limitazione della potenza impegnata (es. 3 kW). Il quadro è un contenitore in materiale plastico, provvisto di una guida metallica sulla quale pos­sono essere agganciati i vari componenti (diffe­renziali, interruttori magnetotermici, alimentatori. relè ecc.).
I quadri più piccoli, per la singola abitazione, sono in materiale plastico autoestinguente a doppio isolamento e possono essere
sia incassati che a muro. All’interno del quadro vengono alloggiati gli interruttori, che svolgono contemporaneamente due funzioni essenziali:

  • protezione dei circuiti;
  • sezionamento, ovvero interruzione dell’ali­mentazione dei circuiti (per esempio per com­piere lavori sull’impianto elettrico in sicurezza).

Il numero di interruttori installati deriva prin­cipalmente da considerazioni di tipo funzionale.
Per esempio, in un normale appartamento è possibile proteggere l’impianto elettrico con un solo interruttore magnetotermico-differenziale, ma in caso di guasto o di lavoro su una sola parte dell’impianto, verrà a mancare l’alimentazio­ne elettrica a tutto l’appartamento.
In linea di massima nel quadro d’appartamento è conveniente installare almeno tre interruttori, il primo interruttore generale è il differenziale, conosciuto comunemente come salvavita, e si individua facilmente per la presenzia di un pul­sante. utile per la manutenzione. contrassegnata con la lettera T.
Seguono generalmente due interruttori di tipo magnetotermico con cui si comandano e si proteggono i circuiti dei punti luce e i circuiti che alirnentar10 le prese.

Da sapere
L’interruttore differenziale, in un impianto domestico, deve avere una sensibilità di valore non superiore a 30 mA.

L’interruttore differenziale
Come appena specificato, l’interruttore diffe­renziale (o salvavita) è facilmente riconoscibile per la presenza di un pulsante contrassegnato dalla lettera T.
Il salvavita è un dispositivo che protegge dai contatti accidentali e dalle correnti disperse (contatti indiretti).
Nella seguente figura è rappresentato lo schema di funzionamento di un interruttore differenziale.

NB. Il funzionamento dell’interruttore differenziale si basa sull’equilibrio dell’intensità della corrente in ingresso nell’impianto con quella in uscita: esse devono essere uguali, in caso contrario significa che c’è dispersione.

Quando la corrente nell’avvolgimento prima­rio 1 è pari a quella che scorre nell’avvolgimento primario 2, il flusso magnetico nel toroide (il corpo di lamierini ferrosi) si annulla e ai capi dell’avvolgimento secondario 3 non è presente alcuna tensione.
Quando la corrente dell’avvol­gimento primario 1 è maggiore rispetto all’avvolgimento primario 2, o viceversa, s’instaura un flusso magnetico nel toroide che genera tensione ai capi dell’avvolgimento secondario 3 , il quale alimenta il dispositivo di scatto che provvede all’apertura dell’interruttore, in tal modo il circuito viene interrotto.
Quando questo accade significa che una parte della correte sta percorrendo strade diverse (come il corpo umano, per esempio , in caso di scossa elet1rica, oppure la carcassa della lavatrice per cedimento dell’isolamento o, ancora, di un elettrodomestico collegato all’impianto di terra). L’interruttore differenziale confronta la corrente entrante con quella uscente e scatta quando rileva una differenza.
Un qualunque impianto elettrico. specie se vecchio e con componenti non in perfette condizioni, ha delle piccole dispersioni di corrente che, sommate tra loro, possono provocare lo scatto dell’interruttore differenziale.

Da Ricordare
Esistono alcune leggi specifiche (la 186/68 o la 46/90) atte a regolamentare l’esecuzione a regola d’arte dell’impianto elettrico.
Anche il CEI {Comitato elettronico italiano) ha emanato normative nel campo della pro­gettazione, esecuzione e verifica di un im­pianto elettrico (le Norme CEI 64-8 e le Nor­me CEI 64-SO).

Il percorso delle linee elettriche si sviluppa anche in base alle diverse esigenze degli ambienti di un appartamento, esse vengono dimensionate in rapporto alle potenze degli apparecchi elettrici che si ipotizza verranno usati.
La corrente elettrica raggiunge i vari punti dell’impianto, utilizzando sezioni di cavi adeguati, inseriti in una conduttura che, dalla centralina, attraversa tutta la casa.
Ad esempio, per condurre l’elettricità agli elettrodomestici più potenti (lavatrici, lavastoviglie, aspirapolvere) è necessario un circuito separato, con un cavo che abbia una sezione che può oscillare tra 2,5 mm2 e 4 mm2 (le prese devono essere da 16 ampere).
Il resto delle prese, e il cavo che supporta l’illuminazione, possono essere alimentati da cavi di 2,5 mm2 oppure 1,5 mm2.