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I Fatti di Mafia

Gli anni ’80 sono stati un periodo caratterizzato da una significativa attività criminale da parte della mafia italiana, in particolare delle organizzazioni come la Mafia siciliana (Cosa Nostra) e la ‘Ndrangheta calabrese.

Evidenziando in breve i principali eventi che contraddistinsero quel periodo, possiamo ricordare:

  1. Assassinio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo (1982): Pio La Torre, segretario regionale del Partito Comunista Italiano in Sicilia, e Rosario Di Salvo, sindacalista, furono uccisi dalla mafia siciliana per il loro impegno nella lotta contro il racket delle estorsioni.
  2. Strage di Capaci (1992): Anche se si è verificata nel 1992, la strage di Capaci è collegata agli anni ’80. Il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e tre agenti di scorta furono uccisi da un’esplosione causata da una carica di tritolo piazzata dalla mafia. Questo evento segnò un punto di svolta nella lotta contro la mafia in Italia.
  3. Strage di via dei Georgofili (1993): Anche questa strage è avvenuta nel 1993, ma è stata causata da un’autobomba piazzata dai membri della mafia siciliana. Cinque persone morirono e numerosi edifici furono gravemente danneggiati.
  4. Maxi-processo di Palermo (1986-1987): Il maxi-processo è stato un importante processo contro la mafia siciliana che si è svolto a Palermo. Più di 450 membri della mafia furono processati, tra cui i vertici di Cosa Nostra. Questo processo ha portato a numerose condanne e ha indebolito si riduceva l’organizzazione criminale.
  5. Operazione “Mani Pulite” (1992): Benché sia ​​iniziata alla fine degli anni ’80, l’operazione “Mani Pulite” ha avuto il suo culmine negli anni ’90. Si trattava di una vasta indagine sulla corruzione politica e il finanziamento illecito dei partiti politici in Italia. L’operazione ha rivelato legami tra la politica italiana e la criminalità organizzata, compresa la mafia.

Dopo il 1979 si assiste a un crescendo di violenza a misura che il giudice Falcone e gli altri membri i quali furono indotti ad ampliare senza precedenti atti rivolti alla lotta contro la famigerata Cosa Nostra, la nuova metodologia che da li a poco si sarebbe affermata con aggressività risale al 1970, con la scomparsa di Mauro De Mauro, un cronista investigativo.  Ancora oggi non è chiaro che cosa avesse scoperto: forse prove relative al traffico di eroina, o al putsch neofascista di quell’anno; mentre nel 1971 il procuratore della Repubblica di Palermo, Pietro Scaglione, venne ucciso mentre tornava da una visita alla tomba della moglie. All’epoca sulla figura di Scaglione vi erano forti dubi, ora sappiamo che erano il risultato della tattica denigratrice della mafia, rivolta a deprezzare la vita di una vittima innocente, che, in questo caso era un magistrato integerrimo e un nemico giurato della mafia, accertato anche dall’autorità giudiziaria, a tutt’oggi la sua morte venne liquidata come una faccenda interna della mafia.
Ma nel 1979 la nuova fisionomia della tattica mafiosa venne inequivocabile. In quell’anno, quasi a voler dimostra-re il carattere globale del suo assalto contro le istituzioni, Cosa Nostra uccise un giornalista Mario Francese del Giornale di Sicilia, un uomo politico Michele Reina leader della DC palermitana, un poliziotto Giorgio Boris Giuliano lo “sceriffo americano” della Squadra mobile capo della Squadra Mobile di Palermo e un magistrato Cesare Terranova, uomo che aveva diretto le indagini sulla prima guerra di mafia. A questo punto il messaggio di Cosa Nostra era chiaro, cioè chiunque fosse il loro rango ed avesse intralciato la mafia siciliana, avrebbero subìto la stessa sorte; la brutalità di questi omicidi furono compiuti indicando un chiaro messaggio. Terranova morì in strada, appena fuori da casa e malgrado il pericolo di essere visti i killer spararono più di trenta colpi di pistola e di fucile.
L’anno successivo, il 1980, vide tre cadaveri eccellenti, il comandante dei carabinieri di Monreale Emanuele Basile, Procuratore Gaetano Costa della Repubblica di Palermo, il presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella . Il 1981 vide l’inizio della mattanza., i cadaveri venivano lasciati nei pressi della questura, o semplicemente bruciati in strada; una vittima illustre della mafia fu proprio Pio La Torre.
Palermo, 20/04/2023 si è tenuta in una scuola elementare un evento in memoria di Pio La Torre, tanti doni e dolore perché quest’anno è il 41 anno dal barbaro assassinio , questo momento è fondamentale nel processo di crescita dei ragazzi perché vuole rappresentare proprio il passaggio del testimone, mantenendo vivo la sua lunga attività politica sindacale.
Raccontiamo i fatti accaduti il 30 aprile del 1982, recuperando da vari archivi, notizie utili. Pio La Torre è stato un politico italiano che si è distinto per il suo impegno nella lotta contro la mafia siciliana. La sua carriera politica e il suo ruolo nella lotta alla criminalità organizzata sono strettamente legati ai fatti di mafia che hanno segnato la storia dell’Italia.
La Sicilia, regione italiana, è stata a lungo afflitta dal potere della mafia, in particolare della Cosa Nostra. Negli anni ’70 e ’80, la mafia ha raggiunto un livello di estrema violenza, con omicidi, estorsioni, traffico di droga e corruzione che hanno avuto un impatto significativo sulla società siciliana e sull’intero paese.
Pio La Torre, con il suo impegno politico e la sua posizione nel Partito Comunista Italiano (PCI), divenne un avversario convinto e determinato della mafia. Durante il suo mandato parlamentare, La Torre cercò di denunciare il potere criminale della mafia e di promuovere leggi più rigorose per contrastarla.
Un evento significativo è stato l’istituzione della Commissione Parlamentare Antimafia nel 1982, in cui La Torre svolse un ruolo chiave. Questa commissione aveva il compito di indagare e combattere la mafia in Italia, raccogliendo prove, ascoltando testimonianze e formulando indicazioni per il contrasto al fenomeno mafioso.
Purtroppo, il suo impegno gli costò la vita. Il 30 aprile 1982, La Torre e il suo autista Rosario Di Salvo furono assassinati dalla mafia a Palermo. Questo tragico evento suscitò un’onda di indignazione e un aumento della consapevolezza pubblica sull’ampiezza e sulla pericolosità del fenomeno mafioso.
L’omicidio di Pio La Torre e Rosario Di Salvo rappresentò una svolta nella lotta contro la mafia, catalizzando un rafforzamento delle misure di contrasto e un’ampia mobilitazione sociale per sconfiggere il potere criminale. Questo evento segnò anche l’inizio di una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine, i politici ei cittadini nel combattere la mafia in Italia.
La Torre è diventata un simbolo di coraggio e impegno nella lotta contro la mafia, e la sua morte ha contribuito a consolidare l’unità nazionale nella volontà di sconfiggere questo fenomeno. Il suo sacrificio ha ispirato molte persone a continuare la battaglia contro la criminalità organizzata e ha contribuito a un cambiamento culturale e sociale nella percezione e nella condanna della mafia in Italia, ricordato per il suo impegno contro cosa nostra e segretario regionale del partito comunista, veniva barbaramente ucciso in un agguato mafioso insieme a Rosario Di Salvo, atto di una tragedia siciliana, si disse che era un ora buia, l’ultimo anello di una catena intollerabile, due anni prima quando cadde Piersanti Mattarella, ricordati in tutta l’isola con manifestazioni significative che hanno visto insieme uomini di ogni tendenza politica o ispirazione culturale e ideologica , ribadire l’impegno per una battaglia di un riscatto che come giustamente è stato rilevato non può essere la bandiera di un singolo uomo o di un singolo partito emersa in riunione promosse dal presidente dell’assemblea regionale Salvatore Lauricella, segno della speranza per tutta la Sicilia, testimonianza del sacrificio di un uomo onesto che si batté a viso aperto per le sue idee e per la causa di una Sicilia.
Preziosa occasione di riflessione e di analisi per un vasto movimento di opinione essenziale per gettare le premesse di un futuro migliore fu il patto di solidarietà antimafia di cui tanto si parlò, nel quale furono portavoce il presidente dell’assemblea regionale Salvatore Lauricella, il presidente della regione Mario D’Acquisto, che , come titolare dell’esecutivo sarà chiamato ad attuare procedimenti legislativi, il presidente del gruppo parlamentare l’onorevole Michelangelo Russo portavoce dal partito comunista.
I giornalisti di allora, dissero, ricordano l’evento scioccante, i momenti più importanti avvenuti a Palermo il 30 aprile alle ore 9, in Piazza Generale Turba cadono in un agguato sotto i colpi di una mitraglietta Thompson il deputato comunista Pio La Torre è un compagno di partito Rosario Di Salvo membro della direzione nazionale; Pio La Torre da pochi mesi è tornato alla guida del partito comunista in Sicilia, carica di segretario regionale ricoperta dal 1962 al 1967, il brivido lo sgomento l’angoscia già provati in precedenza quando sono stati assassinati magistrati, poliziotti, uomini politici, tornano a scuotere la città ancora una volta.
Pio La Torre era sul fronte delle battaglie civili alla sua vicenda si legga drammaticamente quella di un altro uomo Rosario Di Salvo che rinunciando a un lavoro sicuro per la milizia di partito, aveva fatto una scelta di vita consapevole ispirata fondamentalmente, scelta come ricordato la vedova che sempre più intensamente lo vedeva partecipe; l’ipotesi che esista il progetto che prevede l’eliminazione in Sicilia di uomini sostenuti da una forte volontà di rinnovamento prende maggiore concretezza, si delinea più netta e inquietante, sullo sfondo un tipo di criminalità che non corrisponde a nessuna delle antiche definizioni che sembra sfuggire ai moduli tradizionali e soprattutto una situazione di generale degrado sotto il profilo sociale, economico, morale, un degrado che si è pesantemente accentuato negli ultimi anni e che Pio La Torre aveva più volte denunciato con coraggio; indicando i rimedi per superarlo.
Il suo programma l’aveva riconfermato in occasione del IX congresso regionale del partito comunista nel gennaio scorso, Pio La Torre affermò durante il congresso i quattro obiettivi fondamentali di lotta:

  1. la pace e disarmo, contro l’installazione della base missilistica a Coverciano;
  2. un piano regionale di sviluppo economico e sociale che si collega alla battaglia che genera nel mezzogiorno per imporre una politica di programmazione democratica a livello nazionale ed europeo;
  3. liberare la Sicilia dal sistema di potere mafioso;
  4. il decentramento dei poteri e la piena attuazione dello statuto siciliano.

Si disse allora che, la lotta alla mafia non più come il generico impegno ma come intervento lucido programmato sostenuto da misure precise da qui la proposta di legge sugli accertamenti patrimoniali, battaglia per la pace non come semplice affermazione ideale ma come progetto affidato alla concretezza delle azioni, affrancamento dal sottosviluppo non come enunciazione di principio ma come affermazione di operatività consapevole nel senso della utilizzazione piena delle intelligenze del lavoro soprattutto le intelligenze e il lavoro dei giovani.
Pio La Torre era stato un giovane ardente con una difficile giovinezza, nato a Palermo il 24 dicembre dal 1927 da una famiglia di contadini poveri, riesce a completare gli studi a conseguire una laurea in scienze politiche, solo grazie a molti sacrifici a un grande impegno personale, il contatto quotidiano con i braccianti con la realtà della terra, costituisce un punto di riferimento importante per la sua scelta ideale nel 1945 , si iscrive al partito comunista nel 1950 mentre dirige il movimento per l’occupazione delle terre nel corleonese, viene arrestato insieme a centinaia di contadini, resterà in carcere 18 mesi dopo diventa dirigente della camera del lavoro di Palermo e successivamente segretario della CGIL; eletto consigliere comunale a Palermo dal 1952 al 1960, deputato all’assemblea regionale dal 1963 al 1971 e membro del comitato centrale del partito comunista fin dal IX congresso del 1960; per tre volte viene eletto deputato al parlamento nazionale nel 1969 è chiamato a ricoprire incarichi di lavoro presso il comitato centrale del partito comunista e responsabile della sezione agraria; fa parte della commissione antimafia per la quale redigere la relazione di minoranza e l’esperienza che giudica forse più deludente sotto il profilo dei risultati . L’intensità dei suoi slanci si riaffermano in occasione della battaglia per la pace legata alla volontà di impedire l’attuazione del progetto che prevede l’installazione a Comiso (RG) di una base missilistica, nato il vasto movimento che intorno alla questione di Comiso che per l’appunto, conosciuta anche come “Comiso Air Station” o “Comiso NATO Air Base”, la sua storia è legata principalmente alla presenza militare statunitense durante la Guerra Fredda, la base fu costruita originariamente negli anni ’50 dall’Aeronautica Militare Italiana, ma nel 1980 fu ceduta alla United States Air Force (USAF) per scopi strategici. La sua posizione geografica, nel sud-est della Sicilia, la rendeva una base aerea ideale per monitorare le attività nel Mediterraneo e nell’Europa orientale.
Durante il periodo della Guerra Fredda, la base di Comiso fu dotata di missili da crociera nucleari a medio raggio, noti come “Ground Launched Cruise Missiles” (GLCM), che fecero parte del sistema di difesa NATO. Questo provocò tensioni internazionali e manifestazioni di protesta da parte di gruppi pacifisti e ambientalisti.
Tuttavia, nel 1987, l’Italia decise di aderire al “Trattato INF” (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) tra Stati Uniti e Unione Sovietica, che vietava lo sviluppo, la produzione e il possesso di missili terrestri a medio raggio. Di conseguenza, la base di Comiso perse la sua funzione strategica e fu chiusa nel 1991.
Dopo la chiusura, l’area della base è stata riconvertita per altri usi civili, tra cui un aeroporto civile, l’Aeroporto di Comiso, inaugurato nel 2013. Oggi, la base militare di Comiso non ospita più forze militari straniere, ma ha assunto una nuova vita come infrastruttura civile e logistica.
Pio la Torre riuscì ad aggregare migliaia persone in quel periodo, diverse per credo politico, cultura e sentimento religioso è stato in massima parte ispirata proprio da pio la torre questo aspetto della sua militanza recente ha in particolare ricordato Enrico Berlinguer durante la commemorazione ufficiale il 2 maggio.
Le 200 testimonianze raccolte in parte sul luogo del delitto, in parte fra gli abitanti del quartiere in cui furono ritrovate bruciate la Ritmo usata dai killers e la moto Honda che aveva fatto da staffetta, vennero riscontrate risposte vaghe, imprecise, evasive, che non hanno permesso nemmeno l’elaborazione di un convincente identikit di chi fu a sparare; questo aspetto del costume siciliano che così solidamente appare immodificabile, richiama una riflessione, il patto di solidarietà civile di recente raggiunto fra le forze politiche deve trovare la sua prima ragione nella consapevolezza collettiva dei cittadini per combattere questa piaga.

Voglio ricordare gli ultimi anni con la manifestazione a Comiso contro l’installazione dei missili a testata nucleare è stato un grande movimento di massa per la pace e il disarmo in cui la torre ha avuto un ruolo fondamentale; l’assassino di pio la torre di rosario di salvo è certamente di matrice mafiosa perché la torre è la storia della lotta alla mafia alle lotte contadine che gli valsero il carcere; all’impego alla commissione antimafia con la relazione sul sistema di potere mafioso e infine con la presentazione nel marzo del 1980 nel disegno di legge che solo dopo l’assassino di Dalla Chiesa, fondendosi come disegno di legge il ministro rognoni diventerà la legge antimafia che per la prima volta definisce l’associazione di tipo mafioso e dispone la confisca dei beni, ma ci può essere stato un altro movente che va ricercato nel contesto geopolitico in un periodo di grandi tensioni nelle relazioni internazionali insieme all’impegno per la pace l’eredità più preziosa che la torre ci ha lasciato è l’aver aperto una nuova fase nella lotta alle mafie con una legislazione che in larga parte frutto delle sue analisi delle sue idee delle sue esperienze. Ha fornito agli strumenti per infliggere duri colpi all’associazione mafiosa ed è diventato un modello di riferimento a livello internazionale; si parla del ruolo che possono avere le mafie nella crisi indotta dalla pandemia le mafie approfittano di tutte le occasioni per rilanciare il loro dominio; per combattere efficacemente e sconfiggere le mafie, occorre una strategia che affronti le cause del loro sviluppo a cominciare dai traffici internazionali che sono le fonti dall’accumulazione illegale e crei alternative soprattutto per gli strati popolari e i giovani per sottrarli al reclutamento mafioso. In questi anni come società civile abbiamo svolto una mole enorme di attività dall’educazione alla legalità nelle scuole all’uso sociale dei beni confiscati all’antiracket; ora dovremmo interrogarci sul nostro modo di fare antimafia e per avere risposte adeguate possono aiutarci pio la torre che sapeva coniuga analisi e mobilitazione e peppino impastato con la sua radicalità anche se nel frattempo molte cose sono cambiate un affettuoso saluto a franco la torre è un augurio a tutti noi di buon lavoro.

 

Archivio Antimafia